domenica 13 aprile 2014

Giorni: storia di una canzone.


Pur assecondando ancora la sensibilità di Evasio Muraro nei confronti di temi dell’attualità, della realtà e della vita quotidiana, Giorni si segnala come una delle principali canzoni che riveste lo spirito poliedrico, creativo e innovativo di Scontro tempo. Dal suo punto di vista Evasio Muraro la definisce così: “Giorni è stato uno snodo importante per Scontro tempo, perché nella mia second life (artistica), dò la precedenza più  alle parole che alle musica e rimango sempre più affascinato dalla magia delle filastrocche, delle canzoni popolari, del dialetto per come sanno riassumere idee complesse con pochissime e semplici parole, senza scadere in banali luoghi comuni. Basta pensare a Oh che bel castello, un ritornello che si presta a infinite trasformazioni e interpretazioni. Ecco, con Giorni ho provato a decifrare con quello spirito un pensiero ricorrente, il fatto che noi accusiamo sempre la società, i fattori esterni, quello che ci cade addosso giorno dopo giorno, come causa, influenza sulle nostre vite, mentre credo che la nostra mente, il nostro essere sia molto più forte di tutto questo e quindi i meriti o le colpe dipendono prima di tutto da noi. Dal punto di vista musicale, mi piace sperimentare e scoprire nuove sfumature e condividere idee che possono sembrare bizzarre. Per dire, ho sofferto non poco quando ho riascoltato le voci trattate da Chris Eckman che su Giorni ha fatto un grandissimo lavoro. Le avevo pensate più tradizionali, più normali, forse anche un po’ meno appariscenti. Chris (Eckman), che ha capito davvero lo spirito di Scontro tempo, le ha trasformate in qualcosa di insolito e coraggioso. Questo per quanto riguarda la prima parte di Giorni che volendo può ricordare certe canzoni di Lyle Lovett o John Mellencamp, due artisti che ammiro moltissimo per come sanno ruotare attorno a uno stile ben definito, semplice e preciso. Nella seconda parte, beh, ho lasciato liberi i jazzisti (che sono sempre un po’ strani) ed è venuta fuori quella coda strumentale, che versione dopo versione è diventata una specie di suite, ma bisogna chiedere a loro cos’è. Per me resta ancora oggi un mistero, ma mi piace”. Ed ecco le risposte dei protagonisti, a partire da Cesare Bernasconi, batterista che ha suonato con Gianni Satta, Paolo Fresu, Piero Bassini, Riccardo Fioravanti, Attilio Zanchi e che aveva già partecipato all’incisione di Canzoni per uomini di latta. E’ stato l’artefice dei groove di Scontro tempo e in Giorni si è fatto davvero in quattro (quarti) per assecondare lo sviluppo della canzone: “Il movimento della prima parte è abbastanza lineare, ho soltanto cercato di assecondare le dinamiche della canzone ispirandomi a uno dei batteristi più potenti ed estroversi che si siano in circolazione, Neil Peart dei Rush, che personalmente reputo un mostro. Poi quando Evasio (Muraro) ci ha lasciati liberi di inventare e improvvisare nella seconda parte ho cercato di scomporre il tempo, fermo restando il groove fondamentale, a seconda dei suggerimenti e degli stimoli dell’assolo di sassofono di Lorenzo (Rota). L’interplay ce lo siamo giocato tutto in un reciproco confronto e le parti si sono legate come una reazione a catena: a seconda di come sentivo le note e di come mi ispiravano ho diviso più o meno le frasi ritmiche, lasciando così spazio aperto all’improvvisazione. Nello sviluppo della coda di Giorni mi sono ispirato soprattutto a Vinnie Colaiuta che è il mio punto di riferimento, per la versatilità e per come usa la batteria nel suo complesso e per la parte finale invece pensavo soprattutto a Elvin Jones, per il suo stile aggressivo ed eccentrico. Se dobbiamo parlare di ritmo, bisogna partire da lì”. Lorenzo Rota, sassofonista che ha studiato e suonato con Bruno De Filippi, Lino Patruno, Gianni Basso, Franco Ambrosetti,  Paolo Tomelleri, Sante Palumbo, Franco Cerri ed Enrico Intra è uno dei jazzisti che si é prestato all’evoluzione delle canzoni di Scontro tempo. Il suo sassofono baritono è il protagonista di Puzzo di fame, Contiene il cielo (un’idea di libertà) e Giorni, dove il suo assolo finale è diventato l’occasione per sviluppare una piccola suite: “E’ stato il frutto del momento, non abbiamo mai scritto niente né durante le prove né mentre registravamo. Evasio (Muraro) mi ha lasciato una grande libertà, l’unico suggerimento che mi ha dato era di ascoltare i Morphine che tra l’altro sono stati una grande scoperta. Poi quando abbiamo cominciato a lavorare a Giorni e a suonarla dal vivo non ho fatto altro che seguire, d’istinto, l’improvvisazione ritmica di Cesare (Bernasconi) e dal nostro interplay è nata quella coda. Cogliere il momento è sempre così: uno prende una direzione e l’altro la segue. All’inizio ho cominciato con quella che credo sia la mia natura più melodica, legata a Sonny Rollins e a certo modalismo di John Coltrane, poi nel finale, dove diventa tutto un po’ più free, ci ho messo qualcosa delle altre mie passioni, Ornette Coleman e Archie Shepp. Anche se, devo dire, riascoltandola mi sono accorto che tutte le frasi ruotano attorno a una scala pentatonica: in fondo non mi sono mai allontanato più di tanto dall’idea del blues. E ho un ottimo ricordo anche del whisky che abbiamo usato per rilassarci prima di cominciare a suonarla”. Per finire l’artwork è stato curato ancora da Fabrizio Del Fiacco, fotografo, grafico e designer che ha curato tutti gli aspetti visuali legati a Scontro tempo.

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