martedì 29 ottobre 2013

Canzoni da spedire prima o poi...


E’ stato uno show importante quello di Evasio Muraro nell’affascinante struttura del Cupolone di Sant’Angelo Lodigiano (Lo). Due ore abbondanti di concerto, un paio di ospiti eccellenti e il gruppo di musicisti cresciuto dentro e attorno alla gestazione di Scontro tempo hanno dato vita a uno spettacolo unico e intenso, dove la canzone d’autore si è sposata alla grande con inflessioni jazzistiche, groove rhythm and blues e chitarre rock’n’roll. L’inizio è tutto per Tuffati, una delle canzoni più originali e rarefatte scritta da Evasio Muraro che la propone nella sua versione primordiale, ovvero solo voce e chitarra Sulla coda, che ricorda da vicino le atmosere di Daniel Lanois, si innesta Venti volte il cui mood si associa in modo naturale a Tuffati. Poi con Il granchio e Semino errori, Evasio Muraro saluta Canzoni per uomini di latta, il disco che ha segnato la svolta nella sua carriera solista. Il gruppo è quasi al completo con Cesare Bernasconi e Fidel Fogaroli alle tastiere a mulinare ritmi su ritmi e accordi su accordi. La parte centrale del concerto è dedicata tutta a Scontro tempo, anche se le canzoni subiscono un massiccio trattamento di rivisitazione. Sul palco arrivano anche le voci dei Gobar e Infinito viaggio viene dilatata nella lunga introduzione (un omaggio chitarristico ai Television) e nella coda finale. Allo stesso modo, dopo Giorni, Contiene il cielo viene ricollocata in un’altra dimensione. Nagaila, una delle più belle voci del panorama musicale italiano, dopo un breve e convincente opening act, presta i suoi vocalizzi per il reading tratto da Strade blu che porta verso la parte finale della canzone dove, complici i funambolismi al pianoforte di Fidel Fogaroli, Contiene il cielo si trasforma in una sorta di suite free. I Gobar (Cristina Gambalonga, Renato Pacchioni e Paolo Ronchetti) sono stati protagonisti con le loro voci in Il mondo dimentica, Puzzo di fame e Lettera da spedire prima o poi, il trittico centrale di Scontro tempo che ha portato alla conclusione di Se. Una tappa ormai obbligatoria, riproposta in una versione lunga e laboriosa dove si è presentato, a sorpresa, Maurizio Gnola Glielmo alla chitarra, sempre graditissimo ospite e già collaboratore di Evasio Muraro ai tempi di O tutto o l’amore. A quel disco è dedicato il primo bis, con la canzone omonima e un’intesa versione di Non respiro suonate in duo con Fidel Fogaroli. Poi ancora una ripresa da Scontro tempo, una versione completamente rinnovata di Un grido con tutto il gruppo, compreso Gnola, e la sigla finale di Il maestro e la sua chitarra a concludere un concerto per niente celebrativo, ricco di spunti,  di idee e di suggerimenti che, oltre a certificare la concretezza di tante soluzioni di Scontro tempo, ha lasciato filtrare più di un’ipotesi per il futuro di Evasio Muraro. (Alessandra Longo)

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